“Basilicata coast to coast”

Viaggio a piedi dal Tirreno allo Ionio

Un viaggio al limite dell’avventura: attraversare la Basilicata a piedi, dal Tirreno allo Ionio. Più di cento chilometri da percorrere in dieci giorni (in un’ora e mezza, se si opta per prendere l’automobile e imboccare la superstrada) per raggiungere dalla costa tirrenica quella ionica, da Maratea a Scanzano Jonico. Un’impresa ardua forse anche per gli amanti del trekking più estremo, ma non per i quattro amici musicisti più una giornalista in cerca d’identità protagonisti del film Basilicata coast to coast (nel cast Rocco Papaleo, anche regista esordiente, Max Gazzè, prima volta da attore, Paolo Briguglia, Alessandro Gassman e Giovanna Mezzogiorno) che, per coronare il loro sogno di esibirsi sul palco del Festival del teatro-canzone di Scanzano, decidono di esplorare la Basilicata da ovest ad est, solo con i propri strumenti e qualche tenda caricata a bordo di un carretto trainato da un cavallo.

Si parte da sotto la ciclopica sagoma bianca del Cristo a Maratea, seconda per dimensioni solo a quella di Rio de Janeiro. Poi tocca a Tramutola, Nova Siri, fino ad arrivare a Scanzano Jonico con Piazza Gramsci, punto d’arrivo del peregrinare del branco d’artisti. Sullo sfondo paesaggi rurali intatti e paesini dimenticati dal tempo. Come quello di Craco, paese fantasma della regione che, pur non trovandosi nella traiettoria, viene citato nella pellicola di Rocco Papaleo. Si tratta infatti di un borgo abbandonato, a partire dal 1960, a seguito di alcuni movimenti franosi, forse dovuti ai lavori per la costruzione di un acquedotto. Anche se non è visitabile, in quanto all’interno vige il divieto assoluto d’ingresso per la pericolosità delle case diroccate, è di una bellezza scenografica unica, circondato dai calanchi (particolari forme di erosione innescate dall’azione combinata del sole e dell’acqua piovana).

L’idea è quella di regalarsi dieci giorni in cui staccare completamente con la quotidianità delle proprie vite per sentire solo il suono autentico e arcaico di questa regione. L’unica con doppia denominazione: Basilicata per ufficialità, Lucania per passione. Una terra montuosa tanto bella, quanto poco conosciuta, ricca di bellezze naturali: due mari (il Tirreno e lo Ionio), diversi parchi (il Parco di Gallipoli Cognato e delle Dolomiti Lucane, il Parco del Pollino), un vulcano ormai spento (il Monte Vulture, che rende così particolare l’Aglianico, fra i rossi migliori d’Italia) e tanti paesi arroccati, musei open air. Come Matera ,dove Mel Gibson ha ambientato La passione di Cristo fra i Sassi, insediamenti medioevali lungo le ripide pareti di tufo del torrente Gravina. Da vedere anche il tempio delle Tavole Palatine di Metaponto, gioiello del 530 a.C. di cui restano 15 colonne, che sostengono due pezzi dell’architrave. Non lontano i templi dedicati ad Apollo Licio, Era e Atena. Andando da Potenza verso il Vulture appare e scompare il Castel Lagopesole, l’ultima fortezza fatta costruire da Federico II tra il 1242 e il 1250. Visitabile anche la casa e il parco letterario dedicato a Carlo Levi, autore di Cristo si è fermato a Eboli, che volle essere sepolto ad Aliano, dove visse al confino negli anni ’30. Ma non è tutto.

La Basilicata è anche una regione in grado di regalare forti emozioni. Chi vuole fare il pieno di adrenalina non può non provare “il volo dell’angelo“. Lo scenario è quello delle Dolomiti Lucane (così dette perché ricordano le famose montagne trentine, pur con un’altezza di soli mille metri) dove lungo un cavo d’acciaio, sospesi nel vuoto a 110 metri di altezza, tra Castelmezzano e Pietrapertosa (qui si trova il primo Albergo Diffuso della Regione, Le Costellazioni, composto da 13 abitazioni, dalla tipica casa contadina al vecchio locale della Posta), si viene trascinati dal peso del proprio corpo, per un tragitto di 1550 metri (un record di lunghezza in tutta Europa) e a una velocità che può sfiorare i 120 km orari.

I due paesi, entrambi tra i Borghi più Belli d’Italia, sono collegati anche dal percorso delle “Sette Pietre” che recupera un antico sentiero contadino, per due chilometri, e trae ispirazione dai racconti tramandati oralmente su cui si fonda il libro Vito Ballava con le streghe di Mimmo Sammartino. Così, lungo il vecchio tratturo, si può godere di una “passeggiata letteraria” in compagnia di “totem parlanti” che interpretano alcuni brani del romanzo, con le parole incise sulla pietra e scoprire sette installazioni artistiche che s’ispirano all’immaginario popolare. E si sta lavorando ad un progetto per la realizzazione della “via ferrata” fra le rocce, un percorso avventura tra i due paesi fatto di arrampicate e ponti sospesi.

Per chi volesse vivere un rapporto ravvicinato con la natura, il Parco Naturale Gallipoli Cognato è un concentrato di vertiginosi strapiombi e strette gole scavate dai corsi d’acqua che lo attraversano (in primis il Basento) e anche una meta privilegiata per il birdwatching. Qui i più fortunati potranno ammirare la rarissima cicogna nera che solca il cielo in lenti giri e che qui ha trovato il suo habitat naturale. Qua e là potrà anche capitare di scorgere “le sontuose mucche podoliche”, tipiche della zona e progenitrici di tutte le altre razze italiane.

Non resterà poi che andare alla scoperta della buona tavola locale. Da gustare i fagioli di Sarconi, i peperoni di Senise, il pecorino di Filiano, pane e frittata, le “gnummariedd” (involtini di interiora) e i peperoni cruschi (ovvero fatti essicare al sole e poi fritti in olio bollente per risultare croccanti). Il tutto inaffiato da una buona bottiglia di Aglianico, che già Orazio Flacco celebrò in diverse delle sue opere. Da bere magari su una terrazza vista mare.