Bayahibe: spiagge, cacao e caffè

Le meraviglie naturali e i prodotti tipici della Repubblica Dominicana

Potrebbe essere uno dei tanti piccoli villaggi di pescatori come se ne vedono tanti ai Caraibi, dove la luce del giorno accende subito i colori e le spiagge iniziano a punteggiarsi di teli colorati, se non fosse che qui a Bayahibe inizia il Parque National Del Este e l’isola di Saona è vicinissima. Una piscina naturale di acqua azzurra sotto un cielo blu cobalto in cui passeggiare per centinaia di metri tra pesciolini e stelle marine. Siamo all’estremità Est della costa meridionale della Repubblica Dominicana e sembra difficile pensare che poco più in là si possano trovare spiagge altrettanto, se non più belle. Ma lungo la strada per Santo Domingo la tappa è d’obbligo all’Isla Catalina, soprattutto per gli appassionati di snorkeling: la barriera corallina è raggiungibile anche a nuoto dalla spiaggia, ed è popolata di pesci tropicali, pesci volanti, tartarughe marine, delfini e pellicani.

Per gustare le altre ricchezza del Paese, oltre alle bellissime spiagge, bisogna inoltrarsi verso le province interne di Salcedo e Bonao e la cittadina di San Francisco de Macoris per perdersi nelle rute del cacao e del caffè, entrare nelle fincas, le piantagioni, e conoscere le tecniche di lavorazione tradizionale, assaggiare la polpa fresca del cacao dopo aver aperto il cabosside con il macete o degustare il caffé Jamao o Atabey (madre terra in lingua taïna).

A poche ore di strada da Santo Domingo la natura di Baharona è da togliere il fiato. Si capisce perché la chiamino la Perla del Sud, del resto qui le spiagge bianche che spuntano tra le coste sommerse una dopo l’altra la fanno davvero sembrare una collana. Qui se trovano alcune tra le più belle di tutta l’isola: la Saladilla, Paraìo e la laguna di acqua dolce di Los Patos sono angoli di silenziosa bellezza. A San Rafael si può fare perfino il bagno doppio, prima nell’acqua dolce del fiume, poi in quella salata del mare caraibico. Questo tratto di costa fu non solo il teatro della rivolta degli indios contro i conquistadores – Barahona, in particolare – ma anche luogo in cui il pirata Cofresì, una figura leggendaria da queste parti, che era solito attraccare in una piccola isola vicino a Playa Diamante (e oggi sommersa), seppellì i suoi tesori.

La laguna di Oviedo con la sua colonia di fenicotteri è il punto di partenza per le escursioni nel parco di Jaragua, 1400 chilometri quadrati di natura selvaggia. L’isola Beata è ricca di grotte che un tempo erano abitate dai Taïnos mentre quella di Alto Velo, una gigantesca di pietra che sfida le onde, è l’habitat preferito della lucertola nana, lunga poco meno di due centimetri. A una quarantina di chilometri da Baharona, tra le montagne, si trova Polo: la cittadina, che pure è una piccola capitale del caffè, deve tutta la sua fama al fenomeno del magnetismo, grazie a una strada in discesa capace di attirare le auto in salita (anche se qui tutti ci provano quasi tutti con l’auto in folle).